Weekend nelle Langhe: birra, cene gourmand, colline (e ancora birra)
Siamo stati Casa Baladin da Teo Musso, il pioniere della birra artigianale in Italia: un fine settimana per mangiare, dormire nel silenzio e scoprire che la «bionda» non è solo «bionda»
Se c’è un posto nel quale sentirsi in pace con il mondo quello è Casa Baladin. Merito di Teo Musso, mastro birraio, ma soprattutto imprenditore che nel 2007 ha aperto nel centro di Piozzo, un paesino di poco più di 1000 abitanti tra le colline delle Langhe, un ristorante con 5 camere. Per nulla distante da quel pub dove tutto ebbe inizio. Era infatti il 1986 quando Teo, insieme all’allora compagna Michelle, rilevò una tipica osteria per trasformarla nella sua prima birreria in cui venivano servite oltre 200 etichette, soprattutto di produzione belga.
Passarono dieci anni, esperienza e passione fecero capire a Teo che per essere all’avanguardia – e lui lo fu e lo è davvero – le birre dovevano essere artigianali. Nel 1996 avviò il suo primo impianto di produzione con la conseguente nascita dell’etichetta Le Baladin. Il pub diventava così un brewpub e lui il pioniere di una tendenza che in Italia era appena cominciata.
Nel 1997 venivano prodotte e commercializzate la Super, prima birra in bottiglia, la Isaac, una bianca d’ispirazione belga, il cui nome è un omaggio al suo primo figlio, e la bitter Niña. Ma Teo non si ferma, la richiesta cresce e con questa la necessità di avere uno spazio maggiore per la produzione. Nel 2000 si inventa il primo birrodotto: il mosto veniva trasferito dalla piazza di Piozzo per percorrere 300 metri e arrivare in quello che ormai era l’ex pollaio dei genitori. Nel 2012 Teo fa nascere il birrificio agricolo, dove la materia prima viene prodotta per buona parte dall’azienda, e nel 2017 un nuovoluogo: fabbrica, uffici e un Open Garden, luogo di condivisione aperto a tutti in cui bere birra artigianale, grigliare, degustare caffè e cioccolato.
A raccontare questa storia è Teo Musso nella visita guidata della domenica mattina a cui chiunque può partecipare (basta prenotare, costa 5 €). Si inizia dal brewpub arredato come fosse un circo, per Teo un amore mai tramontato: una delle poche volte in cui abbandonò il suo paese fu per seguire la carovana de Le Cirque du Bidon, l’artistica compagnia capitanata da François Rauline in cui poesia e teatro si mescolano. L’altra, fu quando si ritirò a Pipaix per studiare, imparare e realizzare la sua birra di derivazione belga insieme al maestro Jean-Louis Dits.
La presentazione continua: «Baladin vuol dire cantastorie» racconta Teo. Un nome tutt’altro che casuale, lui è riuscito, e riesce ancora, a vivere la sua vita come se fosse in un palcoscenico in cui attorno a lui, attore protagonista, si alternano personaggi relativamente secondari. Come i suoi «aiutanti» disegnati sulle porte degli uffici, dove continua la visita. Spazi di lavoro più simili a un parco giochi, fra poltroncine di design per chi attende e una cucina in cui i dipendenti possono condividere i pasti. Comprese «le torte che l’ex capo ultras del Torino FC prepara ogni giorno» ci raccontano.
Non solo alcol, anche se lì è l’alcol che si produce prevalentemente. Lo si vede passando fra un fermentatore e un altro, fra spezie e cerali, che danno aromi, sapori e gusto a quella che capisci di non dover più chiamare solo «bionda» perché la «bionda» ha molte sfumature: è castana, rossa e mora.
Lo si scopre proprio a tavola al sabato sera, nel ristorante di Casa Baladin, informale, accogliente e con un menu dove ogni piatto è abbinato a un’etichetta differente. Noi iniziamo con un aperitivo servito nella hall. Ad accompagnare la focaccia con burrata e acciughe, la frittella alla birra e la salsiccia di vitello la Mama Kriek, una fruit beer con note di amarena.
A cena poi si ritorna sui gusti intramontabili dal sapore belga: il Salmerino marinato al lime, guacamole e cialda di mais è abbinati alla storica Isaac; il Pane al vapore, il mMaiale alla birra, le Verdure in agrodolce e aiolì alla Open Amber; mentre la Capasanta scottata con arancia e finocchio alla Wayan. Il primo, i Ravioli al radicchio trevigiano, è servito con un calice di Nora, mentre il secondo, la Sella di capriolo, con uno di birra super, metodo classico 2016. Con il dolce poi – Crema bruciata, sorbetto al mango e frutto della passione – si prova qualcosa di inusuale, e a fare il suo ingresso è la Xyuyù Oro del 2015. Una gran riserva a tiratura limitata, che nulla ha da che invidiare ai più conosciuti vini da dessert.
Per chi ha la fortuna di spendere un weekend qui, ci si può fermare a dormire in una delle cinque stanze a tema. Noi abbiamo optato per la «Giappone» con un piccolo terrazzino che affaccia sui tetti dei case adiacenti, il cui arredamento richiama il paese del Sol Levante. Una camera accogliente e calorosa, come lo è la prima colazione servita nel ristorante, fra torte e marmellate fatte in casa da abbinare anche formaggi locali. Due giornate rigeneranti in cui capisci che nelle Langhe non si va solo per tartufi e vino, si va anche per la birra, a Piozzo soprattutto.
COME ANDARCI
Per soggiornare e godersi Casa Baldin, ci sono diverse opzioni: Il plus è il Pacchetto Coccole per due persone e comprende una notte in camera matrimoniale, un’ora di bagno turco, aperitivo nel salotto e a seguire una cena di quattro portate con altrettante birre in abbinamento, più la colazione all’italiana (prezzo: 250 € per due).
Per chi vuole solo cenare, si può optare per due diversi menù, sempre aggiornati a seconda della stagione. Il primo è il Gran Degustazione, comprende l’aperitivo e una cena di sei portate con altrettante birre in abbinamento (prezzo 55 € a testa); il secondo è l’Easy che offre quattro piatti per 35 € a persona (+ 15 € per abbinare 4 etichette di birra).
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