Viaggi

Un motore di ricerca per i menù di tutto il mondo

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Gli italiani saranno pure un popolo di navigatori (oltre che santi ed eroi) ma con le lingue straniere se la cavano maluccio. Secondo un’indagine del Censis del 2006, infatti, un terzo degli italiani non parla alcuna lingua straniera, uno striminzito 7% dichiara di masticarne almeno una “molto bene”, e solo il 20% ne parla due.

Gli italiani saranno pure un popolo di navigatori (oltre che santi ed eroi) ma con le lingue straniere se la cavano maluccio. Secondo un’indagine del Censis del 2006, infatti, un terzo degli italiani non parla alcuna lingua straniera, uno striminzito 7% dichiara di masticarne almeno una “molto bene”, e solo il 20% ne parla due.

Eppure viaggiano, e tanto. Li si incontra a frotte dappertutto: da Londra a New York, da Tokio a Mombasa. Finchè si tratta di passeggiare o visitare musei, tutto sotto controllo: ma quando è il momento di mangiare (faccenda oltremodo importante per gli italiani), la questione della lingua si fa fondamentale. Come maneggiare una lista incomprensibile ed evitare di ordinare formiche fritte o cervello di montone in umido?

Ora c’è un sito che viene incontro ai globetrotters che non vogliono sorprese a tavola. Si chiamaFoodjoker e permette di visionare i menu di oltre 13mila ristoranti sparsi per il mondo, non solo in italiano ma in altre sette lingue, dal tedesco al cinese, dall’ebraico all’inglese. Basta inserire nel motore di ricerca il nome del Paese e della città desiderata, e apparirà l’elenco dei ristoranti disponibili. Naturalmente si può anche raffinare la ricerca, restringendo il campo per esempio ai soli ristoranti che propongono cucina locale, o cibo francese, o sushi. Cliccando sul nome del locale prescelto si aprirà una pagina con le informazioni generiche (”chi siamo”), la mappa per raggiungerlo e poi naturalmente il menu.

Per esempio, andando a consultare il menu del ristorante Aiwanting di Shangai si scopre che la specialità della casa, la zuppa Aiwanting, è fatta con avalone (grosso mollusco che i siciliani chiamano “occhio di bue”), pinna di squalo e cetriolo marittimo. O che al ristorante Ezard di Melbourne, in Australia, l’hamburger di wagyu (bovino giapponese pregiatissimo, anche detto “Kobe”) è condito con uova di quaglia, marmellata di cipolla, crescione, pomodoro affumicato e maionese al tartufo. Poi non potrete dire che non vi avevano avvertito, insomma.

A fianco delle portate è riportato il prezzo, che può essere espresso in qualsiasi valuta. Infine, accanto a tutti i ristoranti è specificato se accettano carte di credito, se hanno una zona per fumatori, se c’è l’aria condizionata… Per viaggiare senza sorprese: a patto però di non voler controllare proprio tutto, finendo per assomigliare al pedante Furio interpretato da Carlo Verdone nel film cult “Bianco Rosso e Verdone”.

Fonte: www.panorama.it

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