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Lungo il Ticino

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I percorsi navigabili, il ponte tibetano, le feste per il solstizio d’estate sul corso d’acqua meno inquinato d’Italia, raccontato anche in un libro di Cederna e Cerchioli.

Il viaggio comincia in Val Leventina, sulla strada maestra del Gottardo, verso le sorgenti del Ticino. Circondati da un paesaggio surreale, dove le mucche si muovono lente tra le rarissime macchine e i pastori controllano le mandrie come fossero animali sacri, ci si ritrova in una dimensione temporale incontrollabile, perché il Ticino è un fiume che trascina con sé la Storia e le storie di chi abita lungo il suo corso.

I percorsi navigabili, il ponte tibetano, le feste per il solstizio d’estate sul corso d’acqua meno inquinato d’Italia, raccontato anche in un libro di Cederna e Cerchioli.

Il viaggio comincia in Val Leventina, sulla strada maestra del Gottardo, verso le sorgenti del Ticino. Circondati da un paesaggio surreale, dove le mucche si muovono lente tra le rarissime macchine e i pastori controllano le mandrie come fossero animali sacri, ci si ritrova in una dimensione temporale incontrollabile, perché il Ticino è un fiume che trascina con sé la Storia e le storie di chi abita lungo il suo corso.

Per raccontarle ci vorrebbe un romanzo pieno di fotografie. E infatti a realizzarlo ci hanno pensato Giuseppe Cederna,  attore-scrittore-viaggiatore e Carlo Cerchioli, fotoreporter, entrambi innamorati di quella linea d’acqua che in tedesco e in francese è il Tessin e che per tutti gli altri è semplicemente il fiume, il più importante della Svizzera meridionale e dell’Italia settentrionale, oltre che il principale affluente del Po.

Giuseppe Cederna e Carlo Cerchioli, nel libro Ticino, le voci del fiume (ed. Excelsior 1881, 24.50 euro, 250 pag.), hanno raccolto le loro impressioni di viaggiatori tra immagini e poesia, in un romanzo dedicato a chi è ancora convinto che la bellezza si nasconda nei luoghi meno turistici della Terra. Il Ticino è tutto questo, un gigante azzurro accarezzato in superficie da lunghi canneti e sovrastato da pascoli di nuvole che fanno venir voglia di berla, quell’acqua.

Misura complessivamente 248 km ed è uno dei fiumi meno inquinati d’Italia: è questo uno dei motivi che spingono continuamente le amministrazioni locali a organizzare escursioni naturalistiche e percorsi di navigazione lungo il suo serpentone, proprio per valorizzare la purezza di un ambiente che è riuscito, grazie anche al rispetto dei suoi abitanti, a mantenersi incontaminato negli anni.

I Pachi del Ticino lombardo e piemontese e cinque Comuni tra la provincia di Varese e di Novara hanno dato il via, quattro anni fa, al progetto La navigazione lungo il Ticino, che ha messo a disposizione dei turisti 12 km di sentiero navigabile e ben nove approdi.

Per gli amanti dell’avventura e della contemplazione è anche possibile cimentarsi, a Turbigo, con un pote tibetano lungo 70 metri e sospeso a otto metri dall’acqua, realizzato per collegare quei sentieri con quelli a Nord della località Tre Salti che portano al parco ex Dogana Austroungarica a Tornavento e all’Ansa di Castelnovate.

L’amministrazione è anche molto attenta a riqualificare l’area dal punto di vista culturale, e per farlo organizza festival, mostre e rassegne. Dal 19 al 21 giugno sarà la volta della Festa della bioregione del Ticino, nata per celebrare il solstizio d’estate ascoltando la voce del torrente e ammirare il profilo delle montagne che disegnano la valle.

Chi invece ha la passione per la buona cucina e il cibo sano sarà felice di sapere che l’azienda agricola Salmoiraghi & Cugini, in località Cascina San Donato – Abbiategrasso, ha inaugurato, lo scorso 9 maggio, uno spazio per la vendita diretta al pubblico dei propri prodotti orticoli, tutti rigorosamente di stagione: la loro verdura ha ottenuto la certificazione di prodotto a marchio “Parco”, ed è questa solo una delle tante realtà agricole che in zona fioriscono, indenni alle logiche del profitto che spesso ammorbano chi produce nei pressi delle città.

Il Parco offre anche cinque percorsi turistici ad hoc, quindi se non si ha intenzione di fare come Cederna e Cerchioli i quali, zaino in spalla, hanno viaggiato al lato del fiume riscoprendone ogni anfratto, ci si può comunque affidare a una guida esperta, che in una settimana potra accompagnare i visitatori senza far perdere loro neanche un tramonto.

Infine, una buona notizia per chi ha appena finito di studiare e ama la natura: i laureati in Scienze Agrarie possono infatti beneficiare di una borsa di studio da 16mila euro assegnata dal Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino, per un progetto co-finanziato dalla Regione Lombardia. Mantenere viva una zona e la sua Storia è soprattutto questo: trasmettere la cultura del paesaggio alle generazioni che vengono, insegnandogli ad amare il fiume proprio come anni prima facevano i loro nonni.

Un obiettivo che si può raggiungere con un romanzo, una gita in barca o uno stage pagato: tutto è vita che scorre, lungo il corso del Ticino.

Fonte: www.repubblica.it

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