La Fête des Lumières, Lione s’illumina
Ogni anno, nei giorni intorno all’8 dicembre, la città francese si accende per una grande festa d’arte con installazioni e spettacoli di strada. Un’occasione per visitare Lione e i suoi traboules sotto una luce diversa.
Capoluogo della regione dell’Auvergne Rhône-Alpes e terza città francese dopo Parigi e Marsiglia, Lione è una meta turistica apprezzata soprattutto dagli amanti della gastronomia: a poca distanza dai vigneti della valle del Rodano, dove nascono alcuni tra i vini più pregiati di Francia, è considerata tra le capitali della cucina francese per aver dato i natali – precisamente nel sobborgo di Collonges-au-Mont-d’Or – al grande chef Paul Bocuse, uno dei padri fondatori della Nouvelle Cuisine scomparso nel gennaio 2018.
Un fascino antico
Lione, il cui centro storico è inserito nel Patrimonio Mondiale UNESCO dal 1999, ha molte altre ragioni per meritare una visita: dall’importante ruolo giocato nella storia del cinema (qui vissero i fratelli Lumière e nel quartiere di Monplaisir si trova l’Institut Lumière, con l’interessante Museo del Cinema e gli spazi delle antiche Officine Lumière) al fascino dei traboules. Questi suggestivi collegamenti pedonali che attraversano scale e cortili interni dei palazzi della città vecchia, permettevano ai canuts (i “tessitori di seta” protagonisti delle prime rivolte sociali della rivoluzione industriale) di spostarsi da una via all’altra in breve tempo, trovando riparo dalle intemperie. Si trovano – segnalati da mappe e targhe, o da scoprire in una sorta di caccia al tesoro – nei quartieri della Croix-Rousse, della Presqu’Ile e del Vieux Lyon, la zona medievale ai piedi della collina di Fourvière.
La Fête des Lumières, le origini
Proprio qui, a Fourvière, prende il via la storia che porterà alla nascita della Fête des Lumières, la manifestazione che ogni anno, nei giorni intorno all’8 dicembre, illumina piazze e palazzi della città con spettacolari proiezioni e installazioni a base di luci e suoni.
È il 1643 e la peste che miete vittime nel sud della Francia minaccia di arrivare anche in città; così, i governatori della città salgono sulla collina, dove sorge un’antica chiesa dedicata alla Vergine Maria, facendo voto di rinnovare il pellegrinaggio se la città sarà risparmiata dall’epidemia. Lione si salva, e l’8 settembre diventa la data consacrata alla Madonna di Fourvière.
Nel 1852 le viene dedicata anche una statua, realizzata dallo scultore Joseph-Hugues Fabisch; tuttavia, la data dell’inaugurazione dev’essere rimandata a causa di una piena improvvisa della Saona, l’affluente del Rodano che attraversa la città. L’8 dicembre finalmente la statua è pronta per essere svelata e i lionesi sistemano delle candele alle finestre per rischiarare la strada fino alla cima della collina, illuminando tutta la città. Nasce così la tradizione della Festa delle Luci che, a partire dal 1999, si trasforma in un evento di quattro giorni in cui tutta la città – strade, piazze, vicoli, facciate di palazzi – diventa il palcoscenico per un grande spettacolo. Protagonista principale, la luce.
Il programma 2018
Quest’anno la festa va dal 6 al 9 dicembre, con due fasce orarie differenti: dalle 19 alle 23 il giovedì e la domenica, dalle 20 alle 24 il venerdì e il sabato. È con il calar del buio, infatti, che le installazioni di architetti, artisti, designer e registi e le rappresentazioni messe in atto da compagnie di artisti di strada si accendono, rendendo la città una sorta di teatro a cielo aperto.
Le attrazioni sono tante – 41, per quest’edizione – e molto diverse tra loro. Le file sono notevoli (e rese ancor più lunghe dai controlli di sicurezza, necessari visto il gran numero di persone che riempie le piazze principali della città): alcune sono sempre attive, altre sono cicliche e hanno degli orari precisi. Meglio informarsi, consultando il sito o scaricando l’apposita app, e studiare un percorso – se possibile, suddividendolo in almeno due serate – per riuscire a vedere le performance che interessano di più, sparse per il centro storico, tenendo a mente che spesso per raggiungerle sono necessarie salite impegnative, come quella che porta alla basilica di Fourvière. Quest’anno non ci sono installazioni nell’animato quartiere collinare della Croix-Rousse, dove si trovano molti ristoranti, locali notturni e atelier d’arte.
Tra le attrazioni più interessanti, segnaliamo Pigments de Lumière – proiezione di “quadri astratti” grazie alla rifrazione caleidoscopica di pigmenti, inchiostri e fiori immersi nell’acqua – sulla facciata della cattedrale di Saint-Jean, al Vieux-Lyon, e gli oltre 4000 fiori di cotone luminosi che illumineranno il Teatro Antique Odeon per Yu Da Ba Jiao, installazione realizzata con la collaborazione del Guangzhou International Light Festival. Mentre la Saona e l’intera collina di Fourvière saranno co-protagoniste dell’esperimento “immersivo” creato dall’artista Damien Fontaine per Reflets: gioco di luci, proiezioni e riflessi tra le acque del fiume, le facciate di alcuni dei principali edifici della città e la basilica alle loro spalle.
L’evento ha anche un risvolto di solidarietà con l’operazione Lumignons du Cœur: dei lumini da acquistare presso i punti informativi della festa (al costo 2€ l’uno) e andare a depositare in un luogo predefinito della città – place Sathonay, ai piedi della collina della Croix-Rousse – contribuendo a creare una scenografia luminosa frutto della generosità collettiva. Il ricavato delle vendite dei lumignons è donato a una causa scelta di anno in anno; per il 2018 è l’Association Docteur CLOWN.
Lione, una Ville Lumière tutto l’anno
La festa è il momento clou, ma la luce riveste un’importanza fondamentale nella vita cittadina 365 l’anno, con attenzione agli aspetti funzionali, artistici e ambientali. La città si è dotata di un pionieristico Plan Lumière che, a partire dal 1989, ha dato vita alla “notte lionese” valorizzando oltre 300 siti e monumenti con un’illuminazione studiata, incrementando così non solo il valore artistico ma anche la sicurezza di una città da vivere 24 ore su 24. Tutto ciò, con attenzione alla sostenibilità ambientale: materiali e tecnologie moderni, riduzione di illuminazioni eccessive o dannose, riciclo degli scarti, utilizzo del buio come elemento estetico e studio attento degli orari d’illuminazione hanno portato alla riduzione dei consumi elettrici cittadini.
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