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Il Wifi negli hotel italiani

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Ai viaggiatori frequentemente impegnati nell’intraprendere un viaggio di lavoro, non sarà sfuggito che, molto spesso, nella maggior parte degli hotel di qualità medio-alta presenti all’estero, è offerto gratuitamente il servizio di collegamento ad internet; quasi sempre, con il sistema wifi, lo standard senza fili adottato ormai dai computer portatili di mezzo mondo. In alcuni casi, è necessario richiedere all’arrivo una combinazione login/password che favorisca gli adempimenti dello specifico paese in cui ci si trova, in altri – addirittura – il collegamento è pressoché automatico: si accende il notebook e si è già su internet.

Ai viaggiatori frequentemente impegnati nell’intraprendere un viaggio di lavoro, non sarà sfuggito che, molto spesso, nella maggior parte degli hotel di qualità medio-alta presenti all’estero, è offerto gratuitamente il servizio di collegamento ad internet; quasi sempre, con il sistema wifi, lo standard senza fili adottato ormai dai computer portatili di mezzo mondo. In alcuni casi, è necessario richiedere all’arrivo una combinazione login/password che favorisca gli adempimenti dello specifico paese in cui ci si trova, in altri – addirittura – il collegamento è pressoché automatico: si accende il notebook e si è già su internet.

In Italia, la fruizione di una connessione alla rete così congeniale è stata, invece, interpretata talvolta come nuova occasione di profitto dai prezzi inspiegabilmente esosi: a fronte della richiesta di collegamento, talvolta il consierge ha avanzato la pretesa di incassare 10 euro per un’ora di connessione, 15 o più per un giorno intero.  Naturalmente, sono presenti eccellenti e numerose eccezioni.

All’ospite dell’albergo è quanto mai chiaro che la struttura ricettiva propone un rapporto costo interno/prezzo del servizio offerto davvero sproporzionato: normalmente, una connessione ad internet costa all’hotel circa 20 euro per un mese intero, l’equivalente di un paio d’ore di connessione del cliente.

Il gestore della struttura dovrebbe realizzare soprattutto che, nella ricerca di un hotel affine alle proprie esigenze, il viaggiatore è sempre più interessato ad individuare – oltre ad un prezzo conveniente – un albergo dotato necessariamente di connessione a banda larga ad internet, specie se gratuita. Con tutta la disponibilità di applicativi residenti sulla rete, oramai la disponibilità di un buon collegamento rappresenta l’elemento irrinunciabile per mantenere le relazioni digitali con il proprio ufficio e con il resto del mondo. Chi non si adegua a questa diffusissima esigenza, rischia di tagliarsi fuori, da solo, da una delle più importanti prospettive commerciali attualmente a disposizione delle strutture alberghiere.

A maggior ragione, il frequente ricorso al "rating" (classificazione dei servizi mediante punteggio attribuito dai clienti) applicato dalla maggior parte di portali che vendono soggiorni in hotel, espone l’impianto turistico al pericolo di un tam tam negativo, prodotto da quei clienti che si dichiarano insoddisfatti rispetto all’eccessiva richiesta di un onere così inattendibile, quando non addirittura all’indisponibilità del servizio.

Perdurando una situazione di totale libertà nella dotazione di servizi così preziosi, e nella definizione delle relative tariffe, resta da comprendere quanto un simile comportamento possa contribuire alla perdita di competitività da parte di un intero territorio; sarebbe dunque auspicabile che i soggetti istituzionali che hanno a cuore la standardizzazione della qualità dell’incoming (aziende di promozione turistica, amministrazioni locali, pro-loco), intervengano presso i gestori e favoriscano finalmente la normalizzazione dei requisiti tecnici minimi di accoglienza di ogni tipo di viaggiatore.

Fonte: www.millemedia.it

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