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Fashion Hotels

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Le nuove frontiere dell’hotellerie di lusso puntano tutto sul potere comunicativo di arte, architettura e design, all’insegna delle contaminazioni tra stili e codici espressivi per diversificare il target e conquistare nuove fette di visibilità.
A partire dal più piccolo, come il 3 Rooms di Milano, molto noto ai fashion addicted, in tutto solo 3 suite finemente arredate con mosaici multicolor e un occhio al vintage.

Le nuove frontiere dell’hotellerie di lusso puntano tutto sul potere comunicativo di arte, architettura e design, all’insegna delle contaminazioni tra stili e codici espressivi per diversificare il target e conquistare nuove fette di visibilità.
A partire dal più piccolo, come il 3 Rooms di Milano, molto noto ai fashion addicted, in tutto solo 3 suite finemente arredate con mosaici multicolor e un occhio al vintage.

Si trova in pieno centro, in corso Como 10 e l’esclusività dei suoi spazi in limited edition ha subito riscosso molto successo, anche all’estero, dove il format è stato esportato a Parigi grazie alla collaborazione tra Carla Sozzani e Azzedine Alaïa.

Il risultato, un piccolo gioiello di architettura con poltrone di Marc Newson and tavoli di Jean Prouvé, lo potete ammirare al n. 5 di Rue de Moussy a Parigi, vicino al quartier generale del leggendario couturier tunisino, al Marais.
Ma il creatore dei fashion hotel è un italiano, Guido Molinari, padre della stilista Anna che, negli anni ’50, costruì a Capri un albergo per ospitare i clienti della sua azienda.
Da allora, da quando gli stilisti firmavano solo i complementi d’arredo degli alberghi, dai cuscini ai pavimenti, molta strada è stata fatta: dal Riviera Golf Resort di Iceberg a Cattolica in Emilia Romagna alla magnificenza rock dell’hotel Diesel a Miami, l’Art Déco Pelican di South Beach (30 stanze allestite come set cinematografici con nomi come " Psychedelicate Girl ", suite arredata in plastica con poster anni ’70, " Me Tarzan, You Vain " tappezzata animalier, "Born in the Stars and Stripe" dedicata alla bandiera americana fino alla magnifica "House…Penthouse " con vista sull’oceano).

Bello, ricco e grandioso compete alla grande, dall’altra parte del globo, con i Sixty Hotel del gruppo Sixty, catena di alberghi quattro stelle, primo opening a Riccione, esplicitamente dedicati a una clientela giovane, molto trendy ed esigente: psichedelico nei colori, glamour negli ambienti e colto nelle opere d’arte in esso esposte con nomi importanti come Marco Samoré, Mrzyk & Moriceau e Paolo Gonzato.

In attesa dei sette hotel di lusso e tre resort con cui Giorgio Armani presto stupirà il mondo intero, godiamoci il trionfo coloniale di Palazzo Versace, sulla Gold Coast australiana con 250 stanze e ville-suite davvero esclusive.

In conclusione, nello stile così come nella vita, le dimensioni non sono importanti perché il bello è nell’occhio di chi guarda. Non credete ?

Fonte: www.whymoda.blogosfere.it

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