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Alle Azzorre con i delfini

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Prima ancora di vederteli a un metro, li senti. Sotto un chilometro di oceano, intorno i suoni acuti dei delfini e poi le sagome grigio-bianche che si avvicinano tanto da pensare di poterli toccare. È il momento più emozionante del viaggio alle Azzorre, quando ci si ritrova al largo dell´isola di Pico circondati da un branco di tursiopi e li si osserva danzare sulla scia della barca e poi nuotare intorno a noi.

Prima ancora di vederteli a un metro, li senti. Sotto un chilometro di oceano, intorno i suoni acuti dei delfini e poi le sagome grigio-bianche che si avvicinano tanto da pensare di poterli toccare. È il momento più emozionante del viaggio alle Azzorre, quando ci si ritrova al largo dell´isola di Pico circondati da un branco di tursiopi e li si osserva danzare sulla scia della barca e poi nuotare intorno a noi.

I delfini comuni sono soltanto una tra le tante specie di cetacei che frequentano le coste delle Azzorre, isole di lava in mezzo all´oceano Atlantico (distano dal Portogallo circa 1500 chilometri) dove l´incontro tra fertilità del suolo vulcanico, piovosità e clima temperato ha creato un ecosistema unico.

Per amore dei cetacei Enrico Villa si è trasferito da Milano a Pico, la seconda isola dell´arcipelago per grandezza, e ha fatto della sua passione un´impresa ecosostenibile. «Fino alla fine degli anni Ottanta le Azzorre erano uno dei posti al mondo in cui si uccidevano più balene – racconta – le "vigias", vedette appostate sulle tante alture delle isole, davano il segnale della presenza dei cetacei e le veloci barche dei pescatori partivano alla caccia. Ora utilizziamo lo stesso sistema per avvistare capodogli e delfini, monitorarne passaggio, numero e comportamenti, contribuendo alla loro salvaguardia». Le nuotate con i delfini e le escursioni per vedere le balene proposte ai turisti diventano perciò un modo per finanziare l´attività di ricerca della Cetacean Watching Azores di Villa, e il gruppo ha già presentato lavori importanti a convegni internazionali sulla salvaguardia dei cetacei. Nessun dubbio che al primo posto ci sia il benessere di delfini e balene, perché le distanze di sicurezza sono rispettate e agli animali viene sempre lasciata la possibilità di decidere se accostarsi o meno alla barca e se venire a dare un´occhiata agli intrusi.

L´industria baleniera ha lasciato segni importanti nelle isole e la visita ai musei di Pico serve a capire perché la gente delle Azzorre non avesse timore di sfidare con delle barchette un mare spesso tempestoso per riportare a riva un colosso di 20 metri e 50 tonnellate, per quanto assai mansueto, da cui ricavare olio combustibile, carne, mangimi per animali, concime, ossa per utensili. Oggi le Azzorre si sono invece convertite all´ambientalismo, i porti in cui attraccavano le baleniere hanno sviluppato la vocazione turistica e i velisti sanno di potervi trovare approdi confortevoli e anche fascino d´altri tempi. Accade a Horta, il paese più importante dell´isola di Faial, dove fermarsi al Peter´s bar è come fare un salto indietro ai tempi in cui le traversate dell´Atlantico si facevano senza satellitare.
Circondate dal mare, le Azzorre sono però anche il paradiso di chi ama andar per cime e l´ascensione al Pico (la montagna più alta del Portogallo con i suoi 2351 metri) è tra gli obiettivi di molti alpinisti. Raggiungere la vetta è a portata di chiunque abbia dimestichezza con un´escursione in montagna, ma la guida è indispensabile perché una parte dell´ascensione si fa quasi sempre tra la nebbia e avere qualcuno che indichi le tante piante endemiche arricchisce l´esperienza.

Le nebbie sono croce e delizia per chi sceglie le Azzorre e spesso anche gli invasi vulcanici come Sete Cidades, a Sao Miguel, si riesce soltanto a intuirli tra le brume. Senza tanta umidità non ci sarebbero le enormi distese di ortensie, né il verde brillante dei pascoli che si tuffano nel mare, tanto da avere a volte la sensazione di essere in un Trentino con vista sull´Oceano. Alle Azzorre non si viene per fare il mare, ma per buttarsi in una natura che offre dai paesaggi infernali delle caldere di Furnas alla vegetazione tropicale di Faial, passando per la tranquillità dei più bei borghi europei.

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