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101 cose da non fare prima di morire

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Le rovine di Machu Picchu? «Meglio restare a casa». Le Piramidi d’Egitto? «Si possono tranquillamente evitare». Non sono gli sprezzanti giudizi di uno svogliato adolescente di ritorno da una vacanza all’insegna della cultura e della conoscenza, ma i singolari consigli di Richard Wilson, scrittore e autore televisivo inglese che in questi giorni ha pubblicato in Gran Bretagna il libro Can’t be arsed: 101 things not to do before you die («Non farti prendere in giro. 101 cose da non fare prima di morire»).

Le rovine di Machu Picchu? «Meglio restare a casa». Le Piramidi d’Egitto? «Si possono tranquillamente evitare». Non sono gli sprezzanti giudizi di uno svogliato adolescente di ritorno da una vacanza all’insegna della cultura e della conoscenza, ma i singolari consigli di Richard Wilson, scrittore e autore televisivo inglese che in questi giorni ha pubblicato in Gran Bretagna il libro Can’t be arsed: 101 things not to do before you die («Non farti prendere in giro. 101 cose da non fare prima di morire»).

 Parafrasando il celebre titolo di Dave Freeman Cento cose da fare prima di morire, libro-cult del 1999 che indicava i luoghi più belli da vedere prima che fosse troppo tardi, Wilson denuncia l’inutilità di lunghi viaggi in posti considerati imperdibili per le loro bellezze artistiche e naturali e cerca di scardinare alcune certezze tipiche del viaggiatore innamorato della storia e della cultura.

LA PERFETTA ANTIGUIDA – Il sito del quotidianoDaily Telegraph presenta il libro di Wilson definendolo la perfetta «antiguida» del turista odierno, l’unica che avverte il viaggiatore di evitare «una volta nella vita» quei posti dove sono presenti alcune delle cosiddette «meraviglie del mondo» ormai distrutte dal turismo di massa. Tra le mete che secondo Wilson bisogna evitare senza pensarci un attimo vi sono il celebre mausoleo indiano di Taj Mahal costruito nel 1632 dall’imperatore moghul Shan Jahan (secondo lo scrittore questo luogo è sporco e affollato e dietro il monumento vi è il fiume Yamuna, uno dei più inquinati del mondo) e le antichissime piramidi egiziane. «Una grande delusione è constatare che si trovino vicino all’orribile distesa del Cairo» scrive sarcasticamente Wilson. «È come percorrere la strada circolare di Birmingham e trovare i giardini pensili di Babilonia».

CONSIGLI GRAFFIANTI – Via via che il libro va avanti le critiche dello scrittore diventano sempre più graffianti: sono lontani i paradisi suggeriti dal libro di Freeman, che tra l’altro consigliava ai lettori almeno una volta nella vita di fare surf nudi di notte in Australia o di assistere al «pellegrinaggio voodoo» ad Haiti. Il tono e gli ammonimenti di Wilson sono davvero diversi: il suo occhio critico stronca anche luoghi meravigliosi come Machu Picchu: «Un viaggio di 6000 miglia (12 ore trombotiche sopra un aereo seguite da sette ore di corsa in autubus con la vescica che scoppia) e poi si arriva qui e ci si trova in compagnia di 400.000 irritanti giovanotti che stanno facendo il loro anno sabbatico e pensano che tutto ciò sia completamente fantastico». Anche il paradiso thailandese è tra le mete sconsigliate da Wilson perché qui è facile contrarre malattie mortali come la malaria, la febbre dengue, l’influenza aviaria. Inoltre è sempre presente la minaccia-tsumani: «Consigliare a qualcuno come viaggiare in Thailandia è facile» scrive Wilson. «Prima di andare fatti una bella foto, in cui appari in maniera decente. Falla preferibilmente quando sei ad un party, mentre ridi e celebri la gioia di essere vivo, perché i giornali e le news televisive vorranno un’immagine di te quando dovranno raccontare la tua tragica morte».

NON SOLO VIAGGI – I consigli di Wilson non finiscono qui e vanno oltre i luoghi da non visitare. Lo scrittore ammonisce di non leggere capolavori come Guerra e Pace e Delitto e Castigo (opere troppo lunghe e noiose) oppure di non veder film come Pulp Fiction (troppo violenti). Raccomanda di non fare sport estremi come il paracadutismo acrobatico o il bugee jumping, di non imparare a guidare le moto se si è degli imbranati, di non andare in Argentina per vedere la partita di calcio Boca Junior-River Plate, di evitare il sesso in aeroplano, di non fare la doccia sotto le cascate e cosi via. Più che un manuale per vivere meglio, sembra una guida per avere un’esistenza davvero noiosa.

Fonte: www.corriere.it

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