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Lisbona rivince il titolo di migliore città per i weekend brevi

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Lisbona capitale top per i city break. Una conferma per la città portoghese il premio Best Destination for City Breaks in Europe  vinto per la terza volta ai World Travel Awards. Ovvero gli Oscar del settore turistico, com’è chiamato questo riconoscimento, tra i più prestigiosi a livello internazionale, risultato di una votazione online a cui hanno partecipato migliaia di professionisti del settore.

Lisbona capitale top per i city break. Una conferma per la città portoghese il premio Best Destination for City Breaks in Europe  vinto per la terza volta ai World Travel Awards. Ovvero gli Oscar del settore turistico, com’è chiamato questo riconoscimento, tra i più prestigiosi a livello internazionale, risultato di una votazione online a cui hanno partecipato migliaia di professionisti del settore.

La premiazione, che si è svolta il 31 agosto in Turchia, ha visto Lisbona superare città come Londra, Parigi, Berlino "per attrattive, servizi, svaghi e intrattenimento in occasione di brevi soggiorni". Altro che malinconica e demodé, quindi: la città negli ultimi anni si è sbarazzata del "cliché della saudade" con locali, eventi e festival per i giovani; strutture allegre e futuriste che si affacciano nel groviglio di vie fatto di salite e discese, così come nelle più eleganti strade della città: Avenida de la Libertate, la monumentale Plaça do Comércio, Rua Augustafra. E se in passato il fado, mezcla di sonorità africane, arabe e gitane che oggi l’Unesco tutela come Patrimonio Immateriale, esprimeva solo dolore e nostalgia (è “una ferita che canta”), celebra la gioia e la speranza.

Lisbona, anche se in forma ridotta, è decisamente una metropoli. I taxi arrivano con un’alzata di mano e i ristoranti (moltissimi con pesce fresco a 15 euro) sono aperti e frequentati a qualsiasi ora del giorno e della notte, stile New York. Quarant’anni fa il Portogallo era lo Stato più povero, e forse più arretrato del Vecchio Continente, oggi Lisbona risplende di arte, moda, musica. Nella capitale meno costosa d’Europa gli edifici in rovina rinascono come concept store, gallerie e boutique. Lungo il Tago, il fiume su cui si affaccia la città e che sembra un lungomare, gli antichi magazzini portuali sono diventati il cuore della movida cittadina, un concentrato di locali alla moda ricavati negli hangar ristrutturati. Il Lux Fragil (Av. Infante D. Henrique), discoteca cult del Paese, e la vicina Bica do Sapato, galleria-ristorante-sushibar, hanno ormai fama internazionale. All’orizzonte c’è il Ponte 25 aprile, rosso fiammeggiante come il Golden Gate di San Francisco, ma a dominare la scena è il grattacielo di Iade, la più importante scuola di arti visive, design e marketing del Portogallo.

Per non parlare del Berardo Collection Museum, galleria d’arte internazionale con 900 opere d’arte moderna e contemporanea e maestri del XX secolo, da Ernst a Picasso, da Dalì a Warhol. È il centro culturale in più rapida ascesa in Europa e si trova di fronte al Mosteiro dos Jerónimos, splendido monastero gotico del XVI sec. Con la sua struttura sobria e geometrica (disegnata da Vittorio Gregotti) contrasta piacevolmente con l’architettura manuelina della città. Se esiste un termine, nella storia dell’arte, profondamente e indissolubilmente legato al Portogallo, questo è “manuelino”, un tripudio di gotico e decorazioni floreali. Ma inaspettato è anche il MuDe (Rua Augusta 24), il museo di otto piani dedicato al design e alla moda a due passi da Plaça do Comércio nella Baixa, la città bassa.

Di sicuro, chi fosse passato in città prima del 1998 (anno in cui ospitò l’Expo) stenterebbe a riconoscerla: da allora Lisbona ha vissuto una vera e propria rivoluzione. Il Parque das Naçoes, ovvero il volto iper-moderno e avanguardista della capitale (è il quartiere nato per accogliere l’Esposizione Universale) era una zona industriale degradata che nessun turista avrebbe mai visitato. Oggi è forse uno degli esperimenti meglio riusciti di recupero di waterfront, un saggio di architettura contemporanea dove si affacciano l’Océanario-isola di Peter Chermayeff, il Ponte Vasco de Gama, la Gare do Oriente, la stazione della metropolitana opera di Santiago Calatrava. La folla di giovani che la frequentano dimostra che Lisbona era pronta al progresso.

Non lontano, nelle vicinanze della stazione metro Alcantara Mar, sorge la LX Factory, una fabbrica in disuso del XIX secolo, tra le prime ad adottare le tipiche architetture portoghesi in ferro. È qui che si ritrovano i creativi, perché è qui che si concentrano le mostre, le feste, gli happening. E non pensiate che il nuovo che avanza non si incontri anche in antichi quartieri come il Chado o il Barrio Alto. Qui, nell’eterno delirio di gente, ha aperto Carpe Diem, trampolino per artisti d’avanguardia che strizza l’occhio alla saudade del passato.

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