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A Milano la mostra World Press Photo

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L’occhio del fotografo ha fatto il giro del mondo, per conoscere e far conoscere, indagare e denunciare. Ha cercato notizie, catturato storie e si è fermato. Per lo più ha conosciuto guerre e sangue versato, ma ha voluto raccontare quello che ha visto. Curioso e infaticabile, ha cercato la verità. 80mila di questi scatti, realizzati da più di 5mila fotografi provenienti da 125 paesi nel mondo, sono stati raccolto dal World Press Photo, l’organizzazione che offre uno dei più prestigiosi premi internazionali di fotogiornalismo.

L’occhio del fotografo ha fatto il giro del mondo, per conoscere e far conoscere, indagare e denunciare. Ha cercato notizie, catturato storie e si è fermato. Per lo più ha conosciuto guerre e sangue versato, ma ha voluto raccontare quello che ha visto. Curioso e infaticabile, ha cercato la verità. 80mila di questi scatti, realizzati da più di 5mila fotografi provenienti da 125 paesi nel mondo, sono stati raccolto dal World Press Photo, l’organizzazione che offre uno dei più prestigiosi premi internazionali di fotogiornalismo.

Le immagini selezionate e premiate a febbraio ad Amsterdam, si possono ammirare da sabato 3 maggio a Milano, alla Galleria Carla Sozzani (fino al 25 maggio), tappa di un tour mondiale che, partito dalla città olandese, arriva a Roma la prossima settimana e sarà presente quasi contemporaneamente in cento città nel mondo.

QUATTRO ITALIANI PREMIATI – Cinquantanove le immagini vincitrici (più le altre del reportage a cui appartengono) provenienti da 23 paesi differenti, tra i quali la Cina, la Bulgaria e lo Zimbabwe, sono suddivise in dieci tematiche. Si spazia dalle notizie di guerre, a quelle sociali, ai ritratti, allo sport e allo spettacolo fino ad arrivare alla natura. Il primo premio, la foto dell’anno 2007, mostra un soldato americano stremato, appoggiato al muro del bunker con una mano sul viso: è sfinito, come lo è la nazione per cui combatte. Siamo in Afganistan, il 16 settembre 2007. La foto è scattata dall’inglese Tim Hetherington (fotografo free-lance che ha passato gli ultimi otto anni in Africa) ed è parte di un reportage pubblicato su Vanity Fair. Trai i premiati, quattro gli italiani. Simona Ghizzoni, trent’anni, proveniente da Reggio Emilia, classificata terza nella categoria «Ritratti individuali» con la foto di Chiara, una paziente ventunenne ricoverata per anoressia; Francesco Zizola, fotografo romano, professionista da vent’anni, vincitore del secondo premio categoria «Gente della notizia-storie» per l’immagine di una donna e un bambino colombiani; Stefano de Luigi, quarantenne che vive a Milano, premiato in «Arte e spettacolo-ritratti» per la foto di un’attrice di Bueons Aires ritratta sul set e infine Massimo Siragusa, professionista siciliano da oltre vent’anni, che ha vinto il secondo premio per le «Storie sui divertimenti e il tempo libero» con un reportage tra i villaggi turistici organizzati come Mirabiliandia a Marina di Ravenna, il parco Acquapiper vicino Roma o Acquaparadiso sul lago di Garda.

TRE GIORNI DI PROIEZIONI E DIBATTITI – Il World Press Photo, l’Istituzione internazionale indipendente per il fotogiornalismo, che organizza dal 1955 la premiazione delle migliori immagini scattate nell’arco di un anno, aveva scelto a febbraio le fotografie del 2007, offrendo ai vincitori tre giorni di proiezioni e di dibattiti. «Vedere foto dalla mattina alla sera è stata un’esperienza importantissima» racconta Massimo Siragusa «perché va bene che il premio è gratificante e riconosce la fatica di un anno di lavoro, ma lo scambio di esperienze con gli altri fotografi mi ha offerto un arricchimento professionale unico». «Ho voluto capire perché per andare in vacanza non si fa più la gita fuori porta o sulla spiaggia libera, preferendo invece i posti organizzati e plastificati come Mirabilandia» ha sottolineato Ragusa parlando del reportage per cui è stato premiato. Che tipo di persone frequenta questi posti? «Le famiglie con i bambini, i giovani di vent’anni, ma anche gente di tutte le età. Perché è tutto a disposizione, il divertimento è assicurato e non rischi di farti male con i pavimenti morbidi e le piscine di acqua calda». Nelle fotografie c’è una luce abbagliante, i colori pastello. «Volevo riprodurre la realtà di questi luoghi finta e artificiale, dando l’impressione di vivere un sogno: quello dell’isola di plastica che assomiglia a un’isola tropicale».

Fonte: www.corriere.it

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