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Fuga nelle Isole Vergini

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Reef ricchissimo, spiagge bianche, mare cristallino. Idee per una vacanza da sogno, al caldo, tra Virgin Gorda, Peter Island e Tortola. Almeno per chi può.

Almeno una volta nella vita. Magari per cominciare al meglio l´anno. Se è vero che mai come oggi il viaggio non è più soltanto riposo e divertimento, ma anche pura decelerazione del ritmo di spirito e corpo, i Caraibi delle Virgin Island britanniche sono una garanzia. Il mare turchino, un reef ricchissimo all´orizzonte, spiagge bianche in cui affondare come nella farina più fine, il palmeto che ti abbraccia alle spalle, tramonti da luna di miele: ecco, sei nella cartolina.

Reef ricchissimo, spiagge bianche, mare cristallino. Idee per una vacanza da sogno, al caldo, tra Virgin Gorda, Peter Island e Tortola. Almeno per chi può.

Almeno una volta nella vita. Magari per cominciare al meglio l´anno. Se è vero che mai come oggi il viaggio non è più soltanto riposo e divertimento, ma anche pura decelerazione del ritmo di spirito e corpo, i Caraibi delle Virgin Island britanniche sono una garanzia. Il mare turchino, un reef ricchissimo all´orizzonte, spiagge bianche in cui affondare come nella farina più fine, il palmeto che ti abbraccia alle spalle, tramonti da luna di miele: ecco, sei nella cartolina.

Scendi dall´aereo a Saint Martin col piumino invernale schiacciato nella sacca e i cieli grigi nove ore dietro di te, scoprendo quanto è facile abituarsi ai 27-29 gradi del paradiso naturale che sta al di là dell´Oceano Atlantico: sessanta isole, nell´immenso arcipelago delle Piccole Antille con scogli corallini e isolotti (alcuni privati e senza nient´altro che un resort di lusso) battuti dal soffio degli alisei e immersi in una natura sorprendente. I pirati ci scorrazzarono per qualche decennio facendone terra di conquista e ricavandone una fortuna per sé e, in qualche caso, per la regina Elisabetta. Come Francis Drake, che a metà del Cinquecento fu battezzato Sir, dando il nome a un importante braccio di mare. O come Jost Van Dyke, bucaniere e colono olandese vissuto nel 1600, che dell´omonimo isolotto aveva fatto il suo rifugio segreto. Negli anni Sessanta alcuni nomi del jet set internazionale, per esempio Laurance S. Rockefeller, riscoprirono le Isole Vergini ricavandone il loro personale buen retiro (ai giorni nostri Richard Branson a Necker island) dando vita a un´ospitalità turistica di alto livello ma quasi sempre nel rispetto dell´ambiente. Idea visibile nella gran parte delle isole, tutte facilmente raggiungibili da Saint Martin in una quarantina di minuti di navigazione. Con brevi attese sotto le palme in compagnia dell´immancabile drink (la base è il buonissimo rum, le distillerie sono il fiore all´occhiello di tutto l´arcipelago). E via per mare, da Saint Martin al centro di una corona di isole che non ti abbandona mai.

Sbarco a Virgin Gorda, Vergine grassa, un nome che le avrebbe dato addirittura Cristoforo Colombo nel 1495, ispirato dalla sua forma morbida e tondeggiante, la silhouette di una ragazza in carne (secondo alcuni forse incinta) sdraiata sulla schiena. L´accoglienza è gentile. Alcuni resort forniscono il servizio navetta e difficilmente faranno mancare all´ospite salviette di spugna imbevute di profumi speziati per detergersi le mani all´arrivo (e in qualche caso un nuovo drink al rum, magari alle tre del pomeriggio, ma come dire di no?). Primo avviso in alcune reception: «Chiavi della stanza? No, nessuna chiave e nessuna tessera magnetica. Da noi è tutto aperto. Naturalmente c´è la cassaforte». Le spiagge sono più spot dello spot, sdraiarsi al sole è un´esperienza sublime, al pari del bagno in acque cristalline e mai fredde, e senza troppe difficoltà, in compagnia delle tartarughe, lo snorkeling un piacere. La temperatura delle isole è ovunque semitropicale, anche se neppure qui il clima è stato risparmiato dagli sconvolgimenti del globo. Meglio dunque portarsi un k-way, perché l´acquazzone tipico della stagione delle piogge ora arriva anche intorno a Natale e, soprattutto, insiste per qualche ora, lasciando una coda di nuvole e grigiore. Sempre valida l´alternativa della spa nei punti più incantati dell´area che circonda i resort. Virgin Gorda offre anche un´escursione imperdibile: sono i bathes, giganteschi scogli di origine morenica esplosi sulla spiaggia ai piedi di uno dei ventotto parchi naturali delle Vergini. Da terra vi si accede attraverso un breve percorso. Rivolgetevi all´albergo o all´ente del turismo per avere trasporto e accompagnatore (in genere il conducente di un pullmino aperto a colori sgargianti): sarà più facile orientarsi su per le scalette che si arrampicano lungo i massi spettacolari, attraverso le piscine di acqua salata che si aprono inaspettate, le grotte e i pertugi a volte strettissimi.

Il paesaggio si rarefà a Peter Island, a meno di un´ora di navigazione da Virgin Gorda. L´isola è selvaggia, ma privata, e i turisti sono gli ospiti dell´unico resort (di gran lusso) che sorge sulla terraferma oppure i nocchieri delle barche ormeggiate in rada o nel piccolo porto. Un paradiso sospeso e verdissimo, ma per pochi, pochissimi fortunati, che la crisi mondiale priva eventualmente solo di qualche bene superfluo. Due spiagge sono riservate a chi alloggia nell´albergo. Solo le altre tre accessibili agli altri. Grandioso l´aperitivo sul picco guardando il sunset seduti su larghe seggiole di legno colorato con il conforto di piatti di frutta tropicale, formaggi, vino o (magari) champagne per brindare ancora una volta al nuovo anno.

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