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Weekend a Berlino

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Vetrina di un’Europa futura ideale, ecologista, low cost, aperta. Ma soprattutto giovane. Giovani sono i creativi e i professionisti che si trasferiscono a Berlino da tutto il mondo. E giovani sono i visitatori. Tanto che l’Ente Nazionale Germanico per il Turismo ha lanciato per il 2013 la campagna Youth Travel – HotSpots in Germany, un censimento on line di tutti i luoghi, le strutture e gli eventi tedeschi a misura di giovane.

Vetrina di un’Europa futura ideale, ecologista, low cost, aperta. Ma soprattutto giovane. Giovani sono i creativi e i professionisti che si trasferiscono a Berlino da tutto il mondo. E giovani sono i visitatori. Tanto che l’Ente Nazionale Germanico per il Turismo ha lanciato per il 2013 la campagna Youth Travel – HotSpots in Germany, un censimento on line di tutti i luoghi, le strutture e gli eventi tedeschi a misura di giovane.

Se c’è un luogo che incarna lo spirito dell’Anno Europeo dei Cittadini, un 2013 in cui il Parlamento europeo vuole “rafforzare la consapevolezza e la conoscenza dei diritti e delle responsabilità connessi alla cittadinanza dell’Unione”, questo è proprio Berlino. Per il 2013 la città ha scelto come tema culturale guida Diversity Destroyed, la Diversità Distrutta. Un insieme di iniziative con epicentro il Deutsche Historisches Museum – per ricostruire come il nazifascismo sbocciò proprio in quella che fu negli anni Venti-Trenta la città più moderna e cosmopolita del mondo. Quella che oggi Berlino vuole ritornare. Con il grande, altamente simbolico gemellaggio con Tel Aviv che ha portato in città migliaia di giovani israeliani. Con un impressionante calendario di eventi culturali – dalle mostre su Tutankhamon all’Arena Berlin (dal 9 marzo all’1 settembre 2013) o su Nefertiti al Neues Museum alla Notti bianche dei Musei berlinesi, dalle rassegne musicali dedicate al bicentenario wagneriano alla rassegna-omaggio su Martin Scorsese al Deutsche Kinemathek, Museo del Cinema di Potsdamer Strasse –, quasi che Berlino si proponga come punto di riferimento della cultura universale. Ma anche con luoghi della memoria che vivono e dialogano con la città. Il mausoleo dedicato all’Olocausto è una foresta di cemento dove ci si ritrova a passeggiare e chiacchierare, quello inaugurato pochi mesi fa e dedicato a sinti e rom vittime del nazismo è un lago nero circolare, con un triangolo di pietra sul quale ogni giorno chi vuole può deporre un fiore. In altri luoghi la storia oggi si può abitare. Succede nella vecchia, grigia Berlino Est, dove fabbriche, ex-ambasciate e luoghi-culto della Ddr vengono salvati dall’oblio e trasformati in boutique, hotel e centri culturali. La scuola ebraica, per esempio, si è riciclata in ristorante alla moda, un’ex fabbrica di birra è diventata polo artistico e non solo, e gli antichi depositi sul fiume ospitano un nuovo shopping centre.
 
Il quartiere Mitte, dalla caduta del Muro in poi, è l’area più ibrida e mutante della capitale, dove tutto è in perenne e frenetico movimento. Uno degli hotel più entusiasmanti della città si trova proprio qui. È il Radisson Blu Hotel Berlin celebre perché al suo interno custodisce il più grande acquario cilindrico del mondo (25 metri di altezza), in cui adulti e bambini possono osservare oltre 1500 pesci tropicali. Si può ammirarlo sorseggiando un drink nell’Atrium Lobby Lounge, mangiare nel ristorante con terrazza (l’HEat, serve piatti internazionali), concedersi una nuotata nella Splash Spa e riposarsi nelle luminosissime stanze dal design moderno e raffinato. Si è invece guadagnato il Traveller’s Choice di TripAdvisor (è stato cioè scelto dai viaggiatori per l’eccellenza nell’ospitalità) ed è detentore della Green Globe Certification, concessa solo ai migliori alberghi che rispettano i criteri di ecocompatibilità e sostenibilità, l’Andels Hotel di Berlino. Offre camere dal design moderno in cui il nero gioca con colori più vivaci, fra orchidee, tavoli in vetro e grandi lampade bianche. Tocco italiano nel suo sky bar, punto di ritrovo alla moda per i berlinesi che celebrano la vista sulla città con brindisi e aperitivi.
 
Per ritrovare intatta la vecchia Berlino basta passare, pochi isolati a sud, dallo Zur Letzen Instanz, il più antico ristorante di Berlino (Waisenstrasse 14-16, tel. 0049.302425528). Qui sono passati tutti i grandi degli anni Trenta, a partire da Charlie Chaplin. Il DDR Museum è un museo interattivo dove scoprire com’era la vita ai giorni della Stasi (Karl-Liebknecht-Strasse 1) ma, se non c’è il tempo di visitarlo, dal sito si arriva a una mostra interattiva on line sulla vita quotidiana nella Ddr curata dal museo insieme a Google: Years of Change. Lo Stasi Museum, ricco di reperti, documenti e oggetti originali, è invece in Ruschestrasse. Quanto a storie curiose, l’Hotel Bogota, oggi di lusso gradevole e discreto, sulla lussuosa Schluterstrasse, nasce come villa bohémienne a inizio secolo, poi ritrovo di artisti negli anni Trenta. I nazisti ne fecero la casa della Cultura, ma fu proprio qui che si tenne la prima mostra libera del dopoguerra. E l’Ellington Hotel, che dietro una facciata bauhaus, nelle stanze dove un dance hall ospitò Louis Armstrong e Ella Fitzgerald, oggi nasconde uno degli indirizzi di design emergenti della città. A due passi, nuovi viaggi nel tempo. Il Lebensstern, oggi celebre per i cocktail, fu la casa della star tedesca del muto Henny Porten (Kurfurstenstrasse 58, tel. 0049.3026391922). Lo Stagger Lee – al piano di sopra del celebre Café Einstein, classico della colazione berlinese –, oggi forse il miglior cocktail bar in città, ricrea un saloon americano-tedesco degli anni Trenta. I giorni del jazz e del charleston (Nollendorfstrasse 27, tel. 0049.3029036158).
 
Sull’altra sponda della Sprea, dopo la Museumsinsel, l’Hotel De Rome, della catena Rocco Forte, è un perfetto mix tra storia e modernità. Ricavato da un edificio della fine dell’Ottocento, sede di una banca, conserva i grandi saloni e l’opulento ingresso colonnato; gli uffici dei direttori sono in lussuose suite. E la spa è nell’ex caveau. Rétro e alto tasso di suggestione, ancora, i tre locali aperti nell’ex scuola ebraica per ragazze di Auguststrasse. Il più fedele alla tradizione è la Kosher Classroom, nel vecchio laboratorio di biologia, aperto la domenica per il brunch e il venerdì sera: un solo lungo tavolo dove provare la cena dello Shabbat (Augustrasse 11-13, tel. 0049.30330060770). Più informale Mogg & Melzer, che ricorda i deli newyorkesi: si mangia pastrami, punta di petto alla brace e palline di matzah (pane azzimo). Il locale più innovativo, già considerato la nuova stella della gastronomia berlinese, è però il Pauly-Saal. Ispirato agli anni Venti e Trenta, propone poltroncine in velluto, lampadari di Murano e cucina a vista. Lo chef stellato Siegfried Danler offre piatti della cucina tedesca dell’epoca reinterpretati; trionfano le carni biologiche, brasate, saltate e marinate. Location spettacolare anche per il Gendarmerie (Behrenstrasse 42, tel. 0049.3076775270). Non è lontano il Dp Department, disco-restaurant modaiolo e amato dai giovani in un vecchio, scenografico palazzo-teatro neoclassico.
 
Ma il Mitte la cultura affiora dovunque. Qui è la zona dove il Novecento rivive nella sua bellezza e inquietudine. Per un giro tra i capolavori del XX secolo andate dall’Hamburger Bahnhof (Invalidenstrasse 50-51), stazione ferroviaria riconvertita in Museo del Presente. Nelle sale sfilano le opere di Marcel Duchamp, i ritratti di Andy Warhol (da Marilyn Monroe a Mao-Tse-Tung), le installazioni di Joseph Beuys, i video degli artisti del gruppo Fluxus. Al termine della visita è consigliata una sosta al caffè del museo per assaporare i capolavori culinari di Sarah Wiener: imperdibili la Schnitzel di vitello e i gelati fatti in casa. Vietato lasciare il Mitte prima di aver fatto una pausa shopping, se cercate qualcosa di tipicamente berlinese, fermatevi da S-Wert, negozio di accessori, libri, stoffe e arredi gestito dalla designer Sandra Siewert che crea prodotti insieme ad altri artisti e stilisti il cui litemotive sono gli stilemi della Berlino socialista (Brunnenstrasse 191, tel. 0049.3040056655).
 
A nord di Mitte, il quartiere di Prenzlauer Berg è il preferito da giovani coppie benestanti, bohémien e intellettuali. Non a caso è qui che è stato appena inaugurato il Platoon Kunsthalle, candidato a diventare il luogo ideale per le kermesse artistiche più gettonate di Berlino: uno spazio ricavato all’interno di 34 container sovrapposti, con mostre individuali di nuovi artisti, sarà punto di riferimento di serate e seminari su temi culturali e d’attualità. Ogni giovedì verrà organizzato un Donnerstagsbar, con menu a sorpresa. Uno spazio che si affianca, concettualmente e geograficamente (sono entrambi sulla Schönhauser Allee), all’ormai celebre Kulturbrauereui, fabbrica di birra del XIX secolo: 25.000 mq che ospitano manifestazioni teatrali, concerti dal vivo, spettacoli cinematografici, locali e ristoranti (tel. 0049.304435260). Davvero insolito, sempre a Prenzlauer Berg, è il caffè Kauf Dich Glücklich (ovvero compra finché sei felice). Tutto quello che c’è all’interno è in vendita: dalle poltrone alle sedie, dai tavolini agli oggetti esposti sugli scaffali (occhiali, sciarpe, catenine, sculture). Senza dimenticare, ovviamente, il motivo per cui tutti vengono qui: un signor caffè con waffeln (Oderberger Strasse 44, tel. 0049.3048623292).
 
A sud di Prenzlauer Berg, l’ex quartiere operaio di Friedrichshain è il distretto emergente dove si snoda la lunga fascia colorata dell’East Side Gallery, museo open air disegnato da artisti di tutto il mondo su resti del Muro. Altri frammenti della cortina di cemento si possono scorgere lungo la Sprea, dalla terrazza dell’Envy Bar del Nhow Berlin, che li ha acquistati per creare quest’insolita esposizione. L’architettura si richiama a quella industriale tipica di Friedrichstein: una sorta di gru in clinker, acciaio e cristallo protesa sul fiume. Dentro un trionfo di colori e forme: sgabelli fucsia, divanetti con stoffe dai disegni geometrici, pianoforti e lampadari che sembrano opere di Pop Art. Il Nhow berlinese è anche il primo hotel musicale d’Europa, l’unico a vantare due studi di registrazione professionale (dove hanno inciso artisti come gli U2, i Rem e David Bowie). Le stanze hanno la connessione via cavo per l’iPod e, a richiesta, una chitarra da camera. Alle spalle dell’hotel, c’è una piccola chicca per gli appassionati del vintage made in Ddr, Intershop 2000. Perfetto per curare l’Ostalgie, questo piccolo negozio mobile ospita mostre temporanee e vende memorabilia del design socialista come stoviglie Mitropa, portauova e gagliardetti della Gioventù Tedesca Libera (Danneckerstrasse 8, cell. 0049.1773210014). Nel quartiere non mancano i locali e gli spazi culturali, a partire dalla 02 World, grande arena per concerti, e dal Radialsystem V, vecchia centrale di controllo della rete fognaria oggi diventata tempio della danza e del teatro contemporaneo con scenografiche sale affacciate sulla Sprea e bar (Holzmarktstrasse 33, tel. 0049.3028878850). O ancora dal Csa, lounge bar di design ricavato dagli ex uffici della compagnia di bandiera ceca (Karl-Marx-Alee 96, tel. 0049.3029044741).

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