Viaggi

Piccoli villaggi in Provenza

Condividi questo articolo su :

Nel cuore della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, nella Francia meridionale, lungo la via della lavanda e a ridosso con il confine italiano: uno dei più grandi dipartimenti della Francia (6925 kmq) costellato da piccoli borghi e da villaggi così piccoli e charmant da essere chiamati “Villages de Caractère”.

Nel cuore della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, nella Francia meridionale, lungo la via della lavanda e a ridosso con il confine italiano: uno dei più grandi dipartimenti della Francia (6925 kmq) costellato da piccoli borghi e da villaggi così piccoli e charmant da essere chiamati “Villages de Caractère”.

Un viaggio estivo in questa terra non è un viaggio lungo la solita rotta. È una vacanza alla scoperta di luoghi ameni e non ancora intaccati dal turismo di massa, per rigenerare corpo e mente, tra villaggi pittoreschi che profumano di lavanda, paesaggi assolati che paiono usciti da un quadro impressionista, distillerie e locande tradizionali, piccoli hotel a conduzione familiare, musei curiosi. Non solo. Perché chi parte alla scoperta di questo territorio troverà un patrimonio artistico e naturale comune a quello del cuneese, legato all’Alta Provenza da un’affinità linguistica e culturale (quella dell’area occitana) ma caratterizzato da bellezze e tradizioni proprie. Il che, tradotto, significa che l’Alta Provenza è per gli italiani una terra familiare, tanto da aver dato vita a un progetto transfrontaliero (si chiama “Nuovo territorio da scoprire”) promosso dalla Provincia di Cuneo e dal Conseil Général des Alpes de Haute Provence.

Da dove cominciare? Il territorio italiano occitano comprende un centinaio di comuni nelle province di Torino, Cuneo e Imperia. Ma una buona base di partenza prima di scavallare il confine Italia-Francia è Cuneo, cittadina raccolta che stupisce per bellezza e buoni indirizzi. Per tutti la meta è una sola. Il mercato (il martedì) della solare piazza Galimberti, che più di ogni spiegazione rivela animo e umori di questa terra di confine da otto secoli (1198) rinserrata in cresta allo sperone roccioso incuneato (da cui il nome) fra il fiume Stura e il torrente Gesso, diviso idealmente e architettonicamente in due da via Roma e corso Nizza. Tentati da una doverosa sosta al Caffè Pasticceria Arione (tempio dei Cuneesi al rum apprezzati anche da Ernest Hemingway e di ottimi marrons glacés) e dal mélange di botteghe antiche e moderne attività, glorie artistiche e caffè raggomitolati nella girandola dei portici medievali, si può fare sosta all’Hotel Principe, confortevole 4 stelle con garage e parcheggio in uno dei dieci palazzi neoclassici che s’affacciano sulla piazza. Fra questi, al 6, anche Casa Galimberti e il Palazzo di Giustizia (1864). All’altezza di via Pascal, che al 2 celebra i prosciutti d’agnello della Salumeria Ariano, via Roma traccia l’antico asse viario urbano.

Il viaggio sulla strada della lavanda francese può invece iniziare dall’altopiano di Valensole. C’è un senso di perfezione nei paesini della Francia del Sud, arroccati su strade tortuose, fiancheggiati da alberi maestosi, campi di girasole, salvia e lavanda. E, ovunque, la musica ininterrotta delle cicale e gli odori dei savon, i saponi fatti artigianalmente, tra negozi di antiquariato e di torchons, le tipiche salviette da cucina dai disegni provenzali. Uno degli itinerari più belli è proprio quello che unisce Valensole, Forcalquier, Mane en Provence e Simiane la Rotonde.

Valensole è la "capitale" della lavanda, che anche quando è già stata tagliata si trova ovunque sotto forma di sacchetti profumati e eau de toilette. Fino a metà agosto è una sconfinata distesa fiorita e odorosa, inframmezzata da campi di grano e girasoli. Passeggiare su uno dei sentieri che si dipanano dal borgo abbarbicato sotto la Chiesa di San Denis è una delizia per occhi e naso. A luglio, nelle strette vie si celebra la Festa della Lavanda, con personaggi in costume, visite di campi e distillerie, un mercato per fare incetta di olio essenziale, dalle proprietà antisettiche, cicatrizzanti, rilassanti. Se si manca la festa, la Lavandes Angelvin, a conduzione familiare, organizza tour e vendita in loco di saponi, sacchetti per i cassetti nei tipici tessuti e olio essenziale (Campagne Neuve, tel. 0033.4.92.74.80.53). Per pranzo ci si può fermare nel centro del paese, davanti alla fontana settecentesca, ai tavoli ombreggiati del Grand Café, brasserie che serve insalate e piatti provenzali (piace des Heros de la Resistance, tel.0033.4.92.74.80.20). Si dorme in un ambiente suggestivo all’Hostellerie de La Fuste, albergo di charme in un edificio del XVII secolo, ex locanda per le carrozze (lieu-dit La Fuste, Valensole, tel. 0033.4.92.72.05.95. Prezzi: doppia b&b da 115 euro).

A est di Valensole, Moustiers Sainte-Marie è, dal 1981, "uno dei villaggi più belli di Francia". Chiesa, bastioni, cappelle, acquedotto, fontane formano un insieme architettonico che evoca un paesaggio da presepe provenzale. La luce vernicia d’oro la rocca di questo villaggio accucciato sotto una montagna a due punte, tra cui passa una catena di 226 metri con una stella al centro: è l’ex voto del cavaliere Blacas di ritorno dalle crociate. Moustiers, buen retiro provenzale dello chef Alain Ducasse, è famosa per le ceramiche, da acquistare all’Atelier du Barri di Anne-Marie Blanchard, ceramista di terza generazione (chemin Marcel Provence, tel. 0033.4.92746242) e da ammirare al Musée de la Faience. Il gorgoglìo del torrente Rioul, che attraversa il borgo, fa da colonna sonora alla passeggiata tra case color pastello e balconi fioriti. Il venerdì mattina c’è il mercato, caleidoscopio di aromi, colori, sapori. Sulle bancarelle formaggi di fattoria, olive speziate, pani caldi, salumi, erbe, fiori secchi, trecce d’aglio e gli allegri tessuti provenzali nei colori del sole. La notte ha il sapore familiare a La Ferme Rose, eccentrico e accogliente hotel de charme che concentra gli oggetti anni Cinquanta raccolti in una vita dal proprietario Kako Vagh (tel. 0033.4.927575).

Forcalquier, a ovest di Valensole, porta in dote piazzette e negozi incantevoli ma, soprattutto, un mercato (ogni lunedì fino alle 13) che rende la cittadina animatissima. Due gli indirizzi da non perdere: l’incantevole Charembeau (Route de Niozelles, tel. 0033.4.92709170), hotel de charme ricavato da una fattoria del XVIII secolo nel verde della valle che congiunge Forcalquier e la Durance, e il ristorante Aux 2 Anges, in place Saint Michel, dove gustare il meglio della cucina tradizionale (squisito lo stufato di manzo alla provenzale con polenta, tel. 0033.4.92750436, chiuso il martedì). Le appassionate di parfums possono anche prepararsi un profumo personalizzato, frequentando un corso-lampo alla Université Européenne des Saveurs et Senteurs, mentre le pigre possono raggiungere Manosque, dove ha sede la fabbrica dell’Occitane, che crea prodotti naturali legati alle coltivazioni della Provenza, con tanto di museo e spazio interattivo e sensoriale (zona industriale St. Maurice, visite su prenotazione dal lun. al ven., tel. 0033.4.92721600).

Manosque ha un fascino particolare, con la città vecchia racchiusa da eleganti viali e case "con i tetti sistemati uno sull’altro come le placche di un’armatura": così la descriveva lo scrittore Jean Giono, nato qui (1895-1970). Segnatevi in agenda il ristorante Sens et Saveurs: sotto la volta della grande sala, in una struttura del Settecento che fu monastero, filanda, teatro, le proposte attingono alla tradizione e ai prodotti locali: foie gras al cognac, chutney di mela e brioche al burro, cappesante con crema d’avocado e coulis di barbabietola (43, boulevard des Tìlleuls, tel. 0033.4.92.75.00.00. Orari: 12-14, 19.30-22. Chiuso dom. Prezzi: da 27 euro). Ma da non perdere è pure la Distillerie et Domaines de Provence, dove assaggiare (e comprare) l’autentico assenzio, la bevanda degli artisti maudit (tel. 0033.4.92750058).

Nella vicina Mane-en Provence, offrono un’autentica immersione nei profumi i giardini del Priorato benedettino di Salagon, fin dal Medioevo uno dei maggiori centri religiosi della regione (tel. 0033.4.92.75.70.50). Tra il giardino medievale, quello dei semplici con la flora per uso medicinale, il giardino degli odori e quello dei tempi moderni, che traccia l’origine geografica delle piante, si conservano oltre 2500 specie di piante, alberi e fiori. Alla botanica era dedicato anche il convento delle suore di Minimes, non lontano da Mane, costruito nel 1613 per lo studio delle piante locali. Trasformato in ospizio alla fine del XIX secolo, oggi il Couvent des Minimes Hotel & Spa è un elegante Relais & Chàteau. Nella struttura di charme si godono la quiete provenzale e la buona cucina del ristorante Cloìtre, che unisce i sapori del Mediterraneo alle erbe e alle verdure coltivate nell’orto (chemin des Jeux de Mai, tel. 0033.4.92.74.77.77. Prezzi: doppia b&b da 195 euro).

A Simiane-la-Rotonde spicca la Cooperative Agricole des Plantes à Parfum de Provence, il più importante centro francese per il fiore blu: raccoglie e commercializza ben 420 tonnellate di olio essenziale, prodotte da 320 soci. È dominata, come l’antico borgo, dal maniero feudale dei Simiane, potente dinastia fin dal Medioevo. Tra le possenti mura del castello c’è il Laboratoire Sainte-Victoire, dove si entra nel mondo dell’aromaterapia: filmati e mostre illustrano le proprietà degli oli essenziali, i consigli d’uso e come preparare prodotti cosmetici con le piante (tel. 00334.92.75.98.90). Sotto al castello, si snodano le strette vie di Simiane, "cité de caractère" tornata a nuova vita proprio grazie alla lavanda. Le dimore della ricca borghesia, costruite tra il XVI e il XVIII secolo, ospitano atelier di artigiani, gallerie di artisti e negozi tipici. Come Plaisir des Yeux, dove è possibile acquistare miele di lavanda biologico, crema di marroni, olio di oliva, ma anche libri legati al territorio (Le Village, tel. 0033.4.92.75.94.58. Orari: 9.30-19).

Fonte articolo originale

Condividi questo articolo su :

Benvenuto su ZonaViaggi.it !

Tieniti sempre informato sulle nostre novità seguendoci sui social